Oggi si festeggiano gli Arcangeli Gabriele, Raffaele, Uriele (che di mia iniziativa aggiungo, poiché troppo spesso ignorato) e – per me in particolare – Michele.
La ricorrenza dell’Arcangelo Michele alla fine dell’estate ha una forte valenza psicologica: simboleggia la lotta tutta spirituale nei confronti del drago che è dentro ciascuno di noi e contro la fatica acuita dai primi freddi.
Nelle campagne ancora si dice “A San Michele il caldo va in cielo”.
È così: nella fase dell’anno in cui stiamo entrando il caldo si indebolisce, poi se ne va.
Ma il proverbio (come sempre) non ci dà solo un’informazione metereologica.
Parla anche del clima psicologico del “Tempo di Michele”, quello che si inaugura con l’equinozio di settembre e segna il passaggio dall’estate all’autunno.
Una fase dell’anno che, assieme alle altre tre stagioni, segna una serie di cambiamenti che si manifestano nella natura esterna e nel nostro corpo. Influenzando profondamente, però, la nostra psiche e la nostra anima, e presentandoci sfide e opportunità.

Michele – o Mikhail – è l’Arcangelo della Luce e del Fuoco: bellissimo, splendente, circonfuso di vittoria, è “L’ Arcangelo solare” per eccellenza. Nella tradizione infatti, Michele il Guerriero, il protettore dalle insidie che provengono dalle forze Oscure, è la roccaforte della Luce, il baluardo nei confronti delle tenebre.
Sul piano umano aiuta il raggiungimento del successo e l’affermazione, facilita la lotta per il superamento degli ostacoli. La tradizione lo vede infatti legato al concetto di Potenza, in tutti i suoi aspetti positivi.
È invocato in centinaia di formule per la protezione da sortilegi e opere di magia nera.
Come Angelo Solare, elemento Fuoco, domina la costellazione del Leone, dell’Ariete e del Sagittario.

È dalla battaglia dell’Arcangelo Michele che nasce la libertà dell’uomo dalla distruttività delle pulsioni caotiche e disordinate.
Quella libertà che consentirà a primavera, dopo un operoso inverno di silenziose trasformazioni, lo spuntare sugli alberi di nuove foglie.

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