Quando ti sembra di averle provate tutte ma la vita pare sempre ringhiarti contro, la salute a tradirti più del dovuto, l’ansia a ripresentarsi più accanita e le soluzioni a cui ti sei affidato a non funzionare, tenti la strada alternativa.
La tua migliore amica ha trovato beneficio con il massaggio, con i trattamenti olistici o con la naturopatia, allora ti informi un po’, vaghi nel web, cerchi un professionista, leggi le recensioni – ma sì mi ispira! – e fissi un appuntamento nello studio più vicino a te.
E questo è ottimo, veramente: non hai mollato le redini, stai facendo un passo più in là senza cedere allo sconforto, sperimenti, cerchi nuove soluzioni.
La nota dolente nasce dalle tue aspettative: risolvere subito – meglio se in una sola giornata – tutti i problemi, proprio quelli che si trascinano da mesi, molto spesso da anni, con periodi migliori alternati a ricadute o accresciuti dai nuovi che appaiono.
Non funziona così.

Non ho la sfera di cristallo.
Non ho pozioni magiche.
Non possiedo la tecnica miracolosa che cura e guarisce per sempre.
Ho passione, tanta, in quello che faccio, ma non nascondo un coniglio nel cappello.
Non vendo fischi per fiaschi e non ti offro lucciole per lanterne.
Un trattamento non è solo abilità e sequenza di movimenti, una Mappa dei Talenti non è solo un calcolo, un confronto per individuare una causa non sono solo parole, né mera conoscenza, competenza.
Ti mostro una strada, ma non la percorrerò al posto tuo.
Una fonte, ma non berrò per te.
Ti propongo uno strumento per trovare risposte.
E le risposte sono tutte lì, fra le cose e le persone.
Stanno nei tuoi angoli, nel profondo non raggiunto, così prepotenti agli occhi; eppure, così poco visibili.
Non perché siano oscure, misteriose o complicate, non perché influenzate o incomprensibili o vuote di senso oppure – addirittura – inesistenti.
Non le vuoi vedere, semplicemente.

Perché ti infastidiscono, ti irritano, perché fanno male, non le accetti né riconosci, non ti piacciono per nulla. Non puoi nemmeno per un istante pensare che siano tue, che raccontino aspetti di vita a parer tuo inconcepibili.
Non le voglio, io non sono così – ma stiamo scherzando?
Ti è assurdo anche lontanamente ipotizzare che il tuo vuoto, la tua insoddisfazione, il tuo malumore dipendano dallo stare in un posto in cui non vuoi stare oppure – con qualcuno con cui non vuoi stare -.
È lo stress, la frenesia della vita, l’avvicendarsi degli eventi, in fondo non è questo il male del secolo? Ne soffrono tutti, anche i bambini, anche gli animali, non sarò né il primo né l’ultimo. Avrei solo bisogno di riposare un po’, di una piccola vacanza.
Questo, ti racconti.

Non ingrassi perché hai bisogno di farti vedere, poiché ti senti ignorato, invisibile oppure perché, al contrario, non vuoi essere guardato da nessuno.
Non ingrassi perché hai bisogno di un corpo grande e massiccio per sopportare i tanti pesi, soprattutto quelli degli altri.
Nemmeno perché stai accumulando energie e risorse per andartene, per prepararti ad un viaggio che rimandi di continuo.
Oppure perché ti senti schiacciato e hai bisogno di farti spazio.
Perché non trovi il tuo posto nel mondo.
E’ lo stress – di nuovo – mangio perché sono nervoso/a, di fretta e male, con tutti questi conservanti e il cibo spazzatura e poco movimento – ma non ne avrei nemmeno il tempo – e per forza metto su peso. E poi sono così di costituzione.
Questo, ti racconti.

Non soffri di ricorrenti emicranie perché ti svaluti intellettualmente, magari al lavoro, con i colleghi, con i superiori, con quelli più estroversi, brillanti, che fanno gruppo o che avanzano di carriera.
E non perché in un giorno della tua infanzia, forse durante il pranzo in famiglia, cercando di prendere la parola fra le chiacchiere, ti sei sentito/a rispondere << Stai zitto/a tu che non capisci niente >>.
E ci hai creduto, eccome.
Così non sei riuscito negli studi, in una professione migliore, nelle relazioni perché avevano ragione loro e glielo riconosci, quasi con commozione.
E le ossa fragili e i muscoli deboli, piegato nelle situazioni, pallido, un po’ anemico, perché non ti dai il permesso di vivere. La vita non scorre.
Non sono capace, non ce la faccio, non fa per me, non sono abile, proprio non ci arrivo, mi si annebbia la testa. È così fin da piccolo, non sei in grado, non sei portato, non ce la farai mai, i miei me lo dicevano sempre.
Questo, ti racconti.

Quello che neghi, che preferisci ignorare, è lo strumento.
Se vuoi essere compatito, ora non fa per te.
Se vuoi avere ragione che tutto e tutti ti siano contro, ora non fa per te.
Se vuoi che ti si dica che è sempre colpa degli altri e che sei maledettamente sfortunato, ora non fa per te.
Se vuoi essere vittima, ora non fa per te.
Se vuoi essere rincorso, pregato, convinto a tentare, ora non fa per te.
Se procrastini perché prima c’è il torneo di calcetto, l’estetista, il weekend, ora non fa per te.
Se sei disposto a cercare, scoprire, tagliare, riconoscere, accettare, sovvertire, cambiare prospettiva, guardare con altri occhi, trasformare, smantellare per rinascere –  con il tuo tempo, modo, strategia, prendendo forza un po’ per volta – allora è questo il momento.
Hai libero arbitrio, hai scelta. E qualunque sia, sarà sempre quella giusta.

Se ti risuona, aggiungi un passo.

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