Crescita personale, spirituale, evoluzione, risveglio, rinascita, tutto bello, tutto importante, tutto allettante e melodioso, vero?
Ma come accade?
Ti impegni nei pensieri positivi, nel vedere bellezza ovunque, il calice mezzo pieno, abbracci e parli agli alberi e agli esseri viventi tutti, doni sorrisi, accarezzi con lo sguardo, fluisci nelle energie, mediti, vai di cristalli, fai dei corsi alcuni interessanti altri campati in aria. E leggi – leggi molto – di spirito e corpi, di parabole e insegnamenti.
Un bel giorno, ti si apre di botto la connessione massima e voci e vibrazioni dorate e musica – come cori angelici – ti annunziano e ti accolgono finalmente illuminato e consapevole.
Un fascio di luce a sgorgarti dal petto.
Soffice, leggero, armonioso, un’esperienza leggiadra.

Non è così.

Per certi versi ha la sua parte, ma non funziona così.
A volte mi sembra ci sia troppa faciloneria.
Tutti insegnano, tutti aprono, chiudono, illuminano, inventano.

Quando lavori su di te sputi lacrime.
Ti chiedi “ma chi me l’ha fatto fare?”
Lacrime, dolore e sangue – concedetemi l’immagine esasperata.
Soprattutto all’inizio, poi fai esperienza, ti destreggi meglio.
Per me è stato ed è così. La differenza è che ora un po’ lo conosco, parte di un processo che ho voluto.
Perché i tuoi demoni li devi affrontare, non li ammansisci con il miele, li fronteggi e ci parli e ti fai aggredire e graffiare.
Perché le paure le devi ri-conoscere e le tue ombre e la rabbia e i pensieri cattivi e il rancore.
Ci saranno momenti up e momenti down.
Dieci passi avanti e cento indietro.
Ci sarà disperazione, tanta svalutazione e non capirai e non vedrai svolte, farai a pugni, le darai e le prenderai. Sarà scavare, raschiare, disseppellire i vuoti, gli strappi, i bisogni, le mancanze. Vuoti d’amore, vuoti di tutto, pieni di vuoti.
Però ogni aspetto è funzionale. Perché, sai, a volte ho avuto la sensazione di vedere dall’alto tutto quello che mi stava accadendo e mi sono accorta che i pezzi, i tasselli, si muovevano in direzioni precise incastrandosi perfettamente e potevo vedere il disegno che si formava man mano e iniziava a prendere senso. Guardare con altri occhi.

La buona notizia è che ci saranno anche lunghi periodi di benessere – e che caspita – è solo che quando inizi a cambiare te la devi aspettare ogni tanto un po’ di maretta. Poca, tanta, troppa, non si sa.
Radere al suolo per ricostruire.
Destrutturi, smantelli, tagli, butti, sradichi, riapri le ferite guarite male per pulirle e sanarle.
La trasformazione è dolorosa, non succede per incanto.
Ogni nascita – di un progetto, di un’opera o simili – comporta delle sofferenze, ostacoli, agguati, garbugli. E stiamo parlando di un partorire tutto sommato contenuto.
Immagina, quindi, cosa può comportare la tua ri-nascita.

È un lavoro che a volte puoi fare da solo ma, per la maggiore, hai bisogno che qualcuno ti accompagni nel viaggio e non ti prometta bacchette magiche né di essere La Soluzione, ma una Lanterna, a mostrarti strumenti e direzioni. Solido. Consistente. Che non ti offra un corso, bensì un percorso. Qualcuno che non ti dica di essere forte, di resistere, di reagire che c’è chi sta peggio di te, ma che puoi anche piangere e sdraiarti a terra e disperarti. Non c’è nulla di male a cercare sostegno. Chiedere aiuto non è mai sbagliato, io lo trovo molto coraggioso.
Ognuno capirà quale e in che modo.

Volevo scrivere solo poche righe, ma il vento – il vento..

 

Opera di Federico Zandomeneghi, Il risveglio

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