In un rapporto di coppia c’è sempre qualche intruso, forse non agli albori quando tutto è respiro affannato e cuore in gola, ma quasi sicuramente quando si tratta di una frequentazione o di un’unione più datata. Non mi riferisco ad amanti, bambini o adorati animali – solitamente sono i pensieri più immediati – ma al nostro albero famigliare e di come sia in grado di influenzare e condizionare le nostre relazioni.
Infatti, nelle storie d’amore non solo entrano in gioco i percepiti nel grembo materno, gli accadimenti infantili, i precedenti legami, ma anche i conflitti vissuti dai nostri genitori e progenitori.

Destini difficili

Le situazioni lasciate in sospeso, i segreti, gli irrisolti dei nostri antenati possono causare destini difficili, sia nella vita in generale che in quella amorosa.

Scrutando fra i rami e i nodi dell’albero, possiamo scoprire donne abbandonate, vedove, maritate a uomini latitanti, assenti, anaffettivi – o figlie di altrettanti corrispettivi paterni – che hanno costruito un rapporto privilegiato, gelosamente protetto, addirittura soffocante o manipolatorio, intriso spesso di complicità o di ricatti morali o assetato di accudimento, con il figlio maschio.
Egli diventa marito o padre della madre.
Allo stesso modo, una figlia può divenire moglie o madre del proprio padre.

Scrive Ameya Gabriella Canovi, psicoterapeuta:

Un suggerimento: prima di fidanzarti con un uomo e dargli in mano la tua vita, cerca di capire con garbo e discrezione com’è sua madre.
Se dice qualcosa del tipo ‘molto presente’ o fa un gesto come se si sentisse oppresso e soffocato da lei, scappa.
Se dice che era assente e non c’è mai stata, scappa ancora più veloce.
O lo farà lui dalla relazione appena passato il primo periodo.

L’uomo che può restare è quello né inghiottito né abbandonato, ma quello che è stato amato da una giusta distanza. O, aggiungo, l’uomo che si è guardato i propri schemi e smette di cercare, o proiettare sulla donna la propria madre.
Solo chi è in pace con i propri genitori interiori può stare in una relazione uomo/donna.
Altrimenti avremo bimbo/mamma.

Il punto di svolta

Se lo desideriamo, possiamo essere un punto di svolta, coloro il cui compito all’interno del clan è di sovvertire, di concludere ciò che è rimasto incompiuto, di risolvere gli eventi e le storie del passato, di pacificarle, in modo da liberarcene e smettere, così, di portare pesi che non ci appartengono o di perpetrare pesanti “tradizioni” di rapporti sentimentali infelici, castranti o mancati.

Può sembrare una sorta di visione un po’ romantica, detta in questi termini, ma, a tutti gli effetti e in modo efficace, possiamo salvare chi ci ha preceduto, noi stessi e la discendenza a venire.

Se ti risuona, aggiungi un passo.

 

Letture consigliate:

“Di troppo amore” di Ameya Gabriella Canovi

“Chi altri c’è nel nostro letto?” di Alfred R. Austermann e Bettina Austermann

 

 

 

Articolo precedente
Trattare stomaco e fegato con la Riflessologia Plantare
Articolo successivo
Riflessologia Plantare e Sistema Limbico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere