Dentro di noi vivono tutti i nostri avi

È una frase a cui sono particolarmente legata, mi sono già ritrovata a scriverne e più di una volta a pronunciare durante gli incontri in studio, in modo particolare nella lettura della Mappa dei Talenti.
Questo, probabilmente, mi fa apparire nostalgica e piuttosto romantica agli occhi del mio interlocutore, in realtà evoco storie di vita e informazioni.

In queste poche parole risiede tutto un bagaglio di memorie, di segreti, di non detti, di sospesi e drammi non risolti, che vengono trasmessi di generazione in generazione, e che originano in coloro che le ereditano, nei discendenti, la ripetizione di certi eventi e di certi dolori senza che questi ne siano consapevoli. Sono le memorie dei genitori, dei nonni, dei bisnonni, degli antenati, ma anche dei popoli e dei loro drammi storici, della razza e della specie, delle guerre e degli eventi traumatici.

Scrive Teresa Piacentini, in “Costellare l’anima”:

“La famosa studiosa di psicoterapia transgenerazionale Anne Ancelin Schützenberger, racconta che scoprì la ‘sindrome da anniversario’ quando venne da lei una giovane donna che si era ammalata di cancro alla stessa età in cui sua madre era morta di cancro.
Da ciò ella capì che esiste una «realtà familiare invisibile e inconscia, un’identificazione inconscia con una persona molto amata e importante», che ci può portare a ripetere inconsciamente la malattia o il dolore di coloro che abbiamo amato. È come se qualcosa si trasmettesse di generazione in generazione: «Si potrebbe dire che tutto avviene come se qualcosa, che non può essere dimenticato, si tramandasse sul filo delle generazioni; come se un avvenimento della vita non potesse essere cancellato o dichiarato, ma comunque si trasmettesse pur senza essere stato esplicitato».
È possibile che le memorie non risolte e soprattutto i segreti di famiglia si esprimano nel corpo dei discendenti tramite disagi, menomazioni o malattie, perché «il corpo del bambino è il linguaggio della storia dei suoi genitori».

La lealtà famigliare

È questa la lealtà famigliare, inconscia, invisibile, ma incredibilmente operativa.
Inconsapevolmente i nostri genitori, i nonni, gli avi, ci trasmettono in eredità problemi non risolti, traumi non digeriti, segreti indicibili che si paleseranno unicamente attraverso il corpo. A lui solamente, spetta questo dovere.
Così, in qualità di figli, bambini, nipoti o pronipoti, manifesteremo nel corpo la voce dell’antenato ferito.
Diventiamo parola.
Diventiamo storia, richiesta, ascolto.
Possiamo scegliere di diventare la soluzione.

 

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